L’intervento introduttivo di Franco Buccino, Presidente di Auser Campania Napoli
Benvenuti tutti, delegate e delegati, autorità, ospiti, al IX congresso nazionale dell’Auser. Qui a Salerno, in Campania, nel Mezzogiorno. Per alcuni una scoperta di luoghi in cui si incontrano la bellezza dei paesaggi con le opere d’arte e dell’ingegno umano disseminate nel corso dei secoli e dei millenni, per molti l’opportunità di rivedere e approfondire le conoscenze dei tesori di queste terre, per tanti un ritorno alle origini. Nei luoghi da cui si sono separati, essi stessi, i genitori, i nonni.
Non vi sfiori neppure, vi prego, l’idea che nei confronti di questi tesori noi abitanti del Sud, napoletani, campani, meridionali, siamo inadeguati, stranieri, barbari, depauperatori. Noi ne siamo gli autori, i fruitori quotidiani; essi sono insieme il frutto e l’origine della nostra creatività, della nostra indole; intervengono sulla nostra formazione; sono il bagaglio che ci salva ancora nelle vicende e nelle vicissitudini di questi anni. Scusate lo scatto d’orgoglio, ma non c’è niente di riduttivo nell’affermare che al Sud per sopravvivere e rinascere possiamo contare sulle bellezze naturali e artistiche - il turismo, si dice - e sulle risorse umane.
Sopravvivere e rinascere sono due aspirazioni, la minima e la massima, che si alternano nei nostri pensieri e nella nostra azione dinanzi agli avvenimenti di cui siamo spesso vittime e testimoni, dai raid punitivi nel cuore della città che a volte coinvolgono vittime innocenti, ad episodi abietti di violenza e di bullismo esasperato nell’hinterland napoletano, alle feroci esecuzioni camorristiche. Fatti per i quali siamo ancora tristemente famosi, nonostante il loro diffondersi in tutto il paese.
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